Ottava del Natale
Giovanni, l’evangelista teologo che ha l’abitudine di volare in alto, in quattordici versetti, sintetizza tutto il mistero dell’incarnazione del Natale.
Giovanni, l’evangelista teologo che ha l’abitudine di volare in alto, in quattordici versetti, sintetizza tutto il mistero dell’incarnazione del Natale.
Luca non ci nasconde il turbamento che prende Maria al saluto dell’Angelo che in Lei suscita interrogativi: “Ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”.
Giovanni il Battista è un uomo mandato da Dio. E noi oggi abbiamo bisogno di uomini mandati da Dio, che mentre ti stanno davanti subito capisci che c’entrano con Dio
Non vi nascondo che mi trovo un poco spiazzato di fronte al testo Evangelico che ci viene proposto, collocato in questo periodo dell’Anno Liturgico.
Giovanni, il precursore e profeta che ha reso testimonianza a Gesù; ora gli domanda: “Chi sei?”. Lui che prima l’aveva indicato agli altri (“Ecco l’Agnello di Dio”), ora gli chiede: “Chi sei?”.
Giovanni oggi ci prende per mano e ci indica la via per vivere un buon Avvento. Giovanni svolge questo suo ruolo con la sua vita austera e con la sua parola.
Iniziamo oggi il cammino di Avvento. Andiamo passo dopo passo, gradino dopo gradino verso l’incontro con il Signore che viene.
Celebrare Cristo onorandolo come Re, Signore del tempo e della storia, significa, alla luce del Vangelo che ci dona oggi la Liturgia, celebrare l’amore che si fa carità, premura, attenzione, perdono, accoglienza, benevolenza…
La parabola evangelica di questa domenica è costruita attorno a due simboli: il simbolo del banchetto di nozze e il simbolo dell’abito di festa.
L’evangelista Matteo riferendo l’incontro tra il Risorto e gli Undici non solo riferisce il compito affidato da Gesù agli Undici, saranno loro ormai a portare ovunque il Vangelo