29 dicembre 2019
Ottava del Natale
Giovanni, l’evangelista teologo che ha l’abitudine di volare in alto, in quattordici versetti, sintetizza tutto il mistero dell’incarnazione del Natale.
Il Natale è la Parola che si fa carne; è il Figlio di Dio che
assume la nostra natura umana, che sceglie di essere come uno di noi, senza perdere la sua divinità ma anche senza ignorare la nostra umanità. Il Natale è la vita che riempie di senso l’esistenza, la nostra esistenza a volte così fragile e cosi minima; noi così sicuri di noi stessi ma anche così bisognosi di tutto e di tutti. Il Natale è la luce che illumina i nostri percorsi umani e ci rende uomini e donne di fede, e rende i nostri passi spediti e decisi come quelli di Maria quando si mette in viaggio per andare dalla cugina Elisabetta, i passi della carità che può illuminare il buio dell’indifferenza.
Il Natale è il tutto di Dio che entra nella nostra storia.
Nel Prologo di Giovanni è possibile vedere l’onnipotente umiltà di Dio: non è stato l’uomo a innalzarsi, a doversi sforzare per arrivare a Dio, ma è stato Dio a “discendere”, a venire incontro a noi poveri e bisognosi di salvezza.
p. Luca