PENSIERI SCELTI

“Vogliamo pregare bene? Preghiamo con lo Spirito santo. È soprattutto durante l’adorazione che bisogna mettersi sotto la direzione dello Spirito santo, perché lui solo ne è il Maestro”.

“L’amore è contemplativo di sua natura… questa contemplazione eucaristica è più attiva che passiva, è l’anima che si dona senza posa a Dio, sotto l’impulso sempre nuovo e delizioso della sua bontà, sotto l’azione sempre più forte delle fiamme del suo amore…”.

“Ogni comunità religiosa ha la sua forma di preghiera; anche noi dobbiamo avere il nostro metodo di preghiera. Abbiamo adottato quello della Chiesa nel santo Sacrificio; questo deve bastarci”.

“Nella Messa, Gesù Cristo si offre al Padre, lo ringrazia, gli chiede perdono, e lo prega per il bene della Chiesa, di ciascuno di noi, specialmente dei poveri peccatori. Uniamoci a Nostro Signore; preghiamo come lui ha fatto con queste quattro attitudini espresse nell’Eucaristia”.

“Lo Spirito santo prega in noi e per noi… Vi si potrà dare dei metodi, delle regole di preghiera, ma solo lo Spirito santo potrà darvene l’’unzione e la felicità… Il migliore di tutti i metodi è quello ispirato dall’amore”.

“È utile seguire lo Spirito della Chiesa e adattare le proprie meditazioni al carattere religioso delle feste dell’anno”.

“Lascerei tutto per i preti”.

“Vivete giorno per giorno… C’è una grande legge di santità sempre vera e buona, sempre potente nei fatti: è la legge della santa volontà di Dio su di noi. In questa divina volontà attuale e personale, c’è la grazia speciale che ci santifica e questa grazia speciale accompagna ogni ora e ogni azione; passata l’ora, il tempo dell’azione, questa grazia finisce”.

“Diventi santa! è ora; e per diventare una grande santa sia un’anima orante e generosa, poiché l’essenziale è di volerlo e di ricercarlo”.

“Il discepolo di Gesù Cristo può arrivare alla perfezione cristiana per due strade. La prima è la legge del dovere, lunga e penosa; pochi vi arrivano. La seconda strada è più corta e più nobile, è quella dell’amore, ma di un amore supremo”.

“La società sta morendo perché non ha più un centro di verità e carità, non ha più famiglia. Ciascuno si isola, si concentra, vuole essere autosufficiente; la dissoluzione è imminente. Ma la società rinascerà piena di vigore quando tutti i suoi membri verranno a riunirsi attorno all’Emanuele. I rapporti si riformeranno naturalmente alla luce di una verità comune; i legami dell’amicizia vera e forte si riallacceranno sotto l’azione di uno stesso amore; sarà il ritorno dei bei giorni del Cenacolo”.

“Sono persuaso che appagherò la pietà dei cristiani se mostrerò loro il Cenacolo…”.

“Entriamo nel Cenacolo; la prima chiesa delle nuova legge. È là che il Verbo Incarnato costruisce la sua mistica casa e la sostiene con le sette colonne che sono i sette sacramenti; è là che prepara la sua tavola e vuole che i suoi discepoli mangino con lui…”.

“Nostro Signore parte dal Cenacolo. L’Evangelista dice che partì dopo aver mangiato. Cenò con loro; è l’amico che condivide per l’ultima volta il pane; è il convito dell’amore… Non si lascia un amico senza un banchetto d’amicizia. Donando il suo pane, dona la sua vita”.

“Più gli anni passano, più la natura si indebolisce, è la morte per gradi, bisogna rassegnarvisi! Ma per fortuna il cuore non invecchia: anzi, si rinnova ereditando ciò che altre facoltà perdono”.

“Andate a ricevere sempre la santa Comunione è la vita e la vostra unica virtù. Dico unica, poiché è Gesù che si forma in voi. Guardate la santa Comunione come un puro dono della bontà misericordiosa di Dio, un invito alla sua tavola di grazia, poiché siete poveri, deboli e sofferenti; allora vi andrete con gioia”.

”Fate la Comunione per diventare santi e non perché lo siete già”.

“L’Eucaristia è la vita dei popoli. Essa dà loro un centro di vita. Tutti possono incontrarsi senza barriere di razza e di lingua. Essa dà loro una legge di vita, quella dell’amore di cui è la sorgente; essa forma così tra loro un legame comune, una parentela cristiana. Tutti mangiano lo stesso pane, tutti sono ospiti di Gesù Cristo, che in modo soprannaturale crea tre di essi una concordanza di sentimenti fraterni”.

”Sorelle mie, chi vi rende degne di onore nel cristianesimo, quando in qualsiasi altro posto non siete che delle schiave e delle macchine ad uso degli uomini? La Comunione, dove avete il diritto di venire come l’uomo. La Comunione che onora il vostro corpo e lo rende partecipe del Verbo fatto carne. Voi potete venire alla santa tavola senza il permesso dei vostri mariti. Avete da Dio il diritto di sedervi a questo banchetto celeste”.

“Domani incomincia il ritiro dei poveri cenciaioli. Dio ci ha fatto la grazia di avere l’ultima delle opere di carità: sono i selvaggi della civiltà. Si fa loro conoscere Dio e se stessi… Che opera! Non la scambierei con altre opere principesche. Loro sono i piccoli principi dell’Eucarestia: quel giorno, incominciano a vivere la loro vera vita.”

“Dio mi ha creato nel suo amore. Mi ha amato da tutta l’eternità in se stesso… poi nel tempo, ha creato con il suo soffio la mia anima, l’ha creata a sua immagine e somiglianza, come frutto del suo stesso amore”.

“Gesù mi ha amato per primo, quando io non l’amavo. Gesù mi ama personalmente come se non avesse che me al mondo, di un amore di tenerezza, di un amore generoso, di un amore incondizionato, di un amore passionale”.

“Noi invecchiamo e abbiamo ancora molta strada da fare; bisogna prendere la strada più corta, quella dell’amore che da tutto senza interessi”.

“La forza sgorga dall’amore: amate dunque molto. L’amore esce dal focolare della preghiera: siate prima di tutto figlia della preghiera, ma di una preghiera vostra, affettuosa, raccolta, che gusta Dio, si nutre di Dio.”

“Sarete ora, un po’ più sola, con Gesù nel deserto, là dove egli parla a bassa voce, perché i segreti del cuore si esprimono così a quanti si amano come se stessi”.

“Ciò che è meglio, ciò che è più nutriente e vivificante, è lo spirito di Gesù in noi, è lo svuotamento di tutto, è di vivere in lui e per lui”.

“Gesù era una madre. Dopo averci messo al mondo, voleva nutrirci, educarci, farci crescere… Il suo amore è personale”.

“Gesù è il padre che ha preparato la tavola di famiglia. La fraternità cristiana è stata annunciata durante la Cena con la paternità di Gesù Cristo; egli chiama i suoi apostoli “figliuoli miei”… Alla santa tavola, tutti sono dei figli che ricevono lo stesso cibo”.

“Ecco la nostra forza e la nostra gioia: grazie all’Eucaristia, i cristiani celebrano un banchetto dove tutti, senza gelosia e distinzioni, partecipano allo stesso cibo divino e bevono alla stessa coppa celeste. È l’allegra festa della fraternità che possiamo far durare sempre. Che Gesù Cristo sia dunque lodato per aver lasciato alla sua Sposa, non un ritratto, ma se stesso! Ci sia dato di apprezzare e di gustare questo cibo”.