3  novembre 2019
Seconda Domenica dopo la dedicazione del Duomo

La parabola evangelica di questa domenica è costruita attorno a due simboli: il simbolo del banchetto di nozze e il simbolo dell’abito di festa.

Il banchetto di nozze è segno del desiderio di Dio di radunare l’intera umanità attorno ad un tavolo di festa. Nella tradizione ebraica, così come in ogni cultura, fare festa assume un significato profondo, è un gesto carico di significati: convivialità, amicizia, comunione tra le persone, affetto che si rinsalda e amore di benevolenza che si diffonde. Anche nella fede cristiana l’Eucaristia è un banchetto di festa dove si condivide la gioia e la sfida di un dono: diventare anche noi come Gesù capaci di dare la vita per gli altri: dare il nostro tempo, il nostro affetto, la nostra intelligenza, le nostre volontà per un bene più grande.

L’abito di festa, non è solo il vestito di stoffa, dobbiamo andare oltre. Per noi credenti il messaggio è chiaro: indossare o non indossare l’abito significa essere coerenti o no con gli impegni del nostro battesimo e responsabili delle scelte che facciamo. La fede non ammette tentennamenti o superficialità: chiede fedeltà senza se e senza ma.

p. Luca

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