26  febbraio 2022
Visita presso la chiesa Luterana

Abbiamo incontrato la Pastora Cornelia Moeller, della comunità Luterana e riformata di via Marco de Marchi.

Dato il momento di preoccupazione ed angoscia che stiamo vivendo in questi giorni, prima di iniziare la nostra visita, abbiamo dedicato un momento alla preghiera comune per la pace.

La Pastora ci ha illustrato come la comunità luterana sia presente a Milano fin dal 1850 e nel 1864 abbia voluto erigere una propria chiesa, che oggi ospita una comunità di ca. 700 persone (rappresentando la più vasta delle 15 comunità luterane presenti in Italia), di diverse confessioni e diverse lingue, con attività di culto in italiano e tedesco.

La chiesa, con la sua semplicità, riflette il pensiero di Lutero ed ha offerto l’occasione per chiarire come Lutero non si fosse espresso in modo contrario nei confronti di immagini e decorazioni, che erano per lui indifferenti. Esse sono infatti intendere come uno strumento che aiuta i fedeli a ricordare e conoscere i temi della bibbia, mentre non devono diventare esse stesse un oggetto di culto, né possono essere donate da un cristiano alla sua chiesa con la speranza di ottenere un beneficio davanti a Dio.

Tale pensiero è stato invece sviluppato in modo più radicale nella chiesa riformata, che ha avuto origine in Svizzera facendo riferimento a Zwingli e Calvino, che vieta invece l’esposizione di immagini.

La chiesa di via de Marchi esprime dunque con il proprio aspetto la coabitazione tra le comunità luterane e riformate: un altare e crocifisso estremamente semplici, tipici delle chiese riformate, ma nel contempo la presenza di fiori e candele sull’altare, permessi nella chiesa luterana. Inoltre la presenza del pulpito, dietro all’altare, esprime anch’esso la centralità della parola, assieme alla Santa cena.

La Pastora ci ha ricordato poi come la riforma protestante, che ha avuto inizio nel 1517 con le 95 tesi di Lutero, che esprimevano la sua posizione contro la pratica delle indulgenze e di alcune altre pratiche della chiesa romana di quel tempo, non avesse l’intenzione di dividere la Chiesa. L’intenzione di Lutero era piuttosto di riformare la Chiesa, essendo convinto che la nostra salvezza davanti a Dio ci viene donata e non ce la possiamo guadagnare con ciò che facciamo o paghiamo per ottenerla.

L’interessante presentazione è stata corredata da un breve intervento di Anna Roda che ha presentato uno dei benefattori della comunità luterana che favorì la costruzione del tempio.

Heinrich Mylius, (Francoforte sul Meno14 marzo 1769 – Milano21 aprile 1854) imprenditore tedesco nel campo tessile, ma di origine viennese, diventa uno degli uomini di spicco della finanza milanese della metà dell’Ottocento. Con la moglie, Friederike Schnauss, promuove le arti e la cultura, tanto che la sua casa diventa punto di incontro per personaggi come Manzoni e Goethe.

Non solo mecenate delle arti (fece istituire il Premio Milyus per la pittura), ma anche promotore dell’istruzione, fu infatti tra i fondatori del SIAM(Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri ); attento ai bisogni dei più deboli, nel suo testamento di ricordò dell’Istituto dei ciechi. Ancora oggi la Villa Vigoni Mylius a Menaggio, buen retiro della famiglia, è centro italo tedesco per il dialogo europeo.

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