“Una piccola chiesa, ricca solo di luce”

Il giorno 5 febbraio alle ore 10, presso il Tempio Valdese di Via Francesco Sforza si è svolto il primo degli incontri ecumenici de progetto “La Bellezza che ci unisce”, a cui ha partecipato una trentina di parrocchiani.

L’incontro è iniziato con la testimonianza della pastora Daniela Di Carlo che ha tratteggiato la storia dei Valdesi e alcune peculiarità di questa confessione. Sono stati illustrati alcuni aspetti della celebrazione del culto, dei loro sacramenti, della fede vissuta come diretto rapporto con Dio e come le scelte etiche vengano rimandate alla libertà del credente.

A lungo i Valdesi sono stati considerati eretici e per questo perseguitati. Oggi le comunità Valdesi sono impegnate nel professare attivamente il cristianesimo e, da sempre, sono contrarie ad ogni violenza, nei confronti delle donne, contro l’omofobia o la xenofobia; ultimamente si stanno interrogando con vivacità su queste questioni.

Dopo la presentazione della pastora, Anna Roda ha introdotto con immagini la storia della chiesa di San Giovanni in conca, di cui i Valdesi hanno recuperato l’antica facciata appoggiata ora al tempio edificato negli anni ’50.

La millenaria chiesa si trovava nell’attuale piazza Missori: ancora oggi in mezzo al traffico si nota un desolante resto dell’abside romanica, al di sotto della quale si apre l’ampia e intatta cripta medioevale.

Fondata in epoca paleocristiana, diventa nel 1300 chiesa prediletta dai Visconti che in essa tumulano alcuni dei loro esponenti: ad esempio Bernabò Visconti e la moglie Regina della Scala. Nel 1500 la chiesa viene affidata ai Carmelitani, fino alla loro soppressione alla fine del ‘700. Con il XIX secolo comincia l’inesorabile decadenza dell’edificio che verrà in un primo momento accorciato e poi demolito.

Nella seconda metà dell’800 ciò che rimaneva del sacro edificio venne acquistato dai Valdesi ed è grazie alla loro attenzione e generosità se ancora abbiamo una importante reperto della storia della nostra città.