8  settembre 2019
Seconda Domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore

Proviamo a guardare ai vari elementi di questa breve parabola. Anzitutto il luogo di lavoro: la vigna. È il terreno di Dio, il campo del nostro lavoro. Possiamo dire che la vigna è la nostra vita, la nostra storia, questa porzione di tempo e di spazio che Dio ci ha affidato. Questo campo della nostra vita può essere duro da lavorare o entusiasmante, faticoso o facilmente dissodabile, più bello o più brutto di altri terreni… non importa; è questa la vigna, è questo il giardino che Dio ci ha affidato e ci vuole continuamente affidare.

Rifacendoci a tutta la tradizione biblica, possiamo dire che la vigna è anche la comunità in mezzo alla quale viviamo: la nostra Chiesa, la nostra parrocchia, la nostra famiglia. È questa la vigna che Lui, il Signore, ha amato, coltivato e curato con pazienza ed affetto e che oggi chiede a noi di continuare a lavorare. La vigna sono le persone che ci vivono accanto. E lì il padrone della vigna ci manda a lavorare: ci domanda di stare dentro questo “campo”, di dissodarlo, di renderlo fertile, di riempirlo di senso, di colmarlo di amore, di bontà, di generosità, di servizio, di starci dentro da persone significative, da figli del Padre, non da mercenari preoccupati solo del salario. Ci domanda di assumere con gioia il compito di protagonisti dentro la storia.

p. Luca

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