10 febbraio 2019
Quinta Domenica dopo l’Epifania
Il vangelo di oggi racconta l’attività di Gesù per indicare come metteva in pratica la Legge di Dio, proclamata sulla Montagna delle Beatitudini. Oggi Gesù si confronta con la malattia di un servo e con la sofferenza e la preoccupazione che genera nel cuore del suo padrone, un centurione, e reagisce senza pensarci due volte: io verrò è lo guarirò. È la prontezza del bene, e l’immediatezza dell’amore. È il mistero dell’incarnazione che si svela in tutta la sua verità: Gesù è venuto per annunciare, incontrare e salvare.
Il centurione è un pagano, uno straniero, sa bene quanto la sua vita sia distante da quella di Gesù, ma in quel momento il bene per il suo servo supera ogni distanza e colma ogni visione opposta. Il bene non ha confini e non ha precedenze.
La fede del centurione che Gesù esalta, è una fede che si abbandona nella piena coscienza di un limite. E allora ecco che il centurione dice: non sono degno che tu venga in casa mia, ma sono certo che mi ascolterai e che una sola tua parola salverà il mio servo.
p. Luca