11  agosto 2019
Nona Domenica dopo Pentecoste

Il Vangelo di oggi si sviluppa attorno ad una domanda: di chi è figlio il Cristo?

La risposta è densa dell’attesa di tutto Israele: di Davide, rispondono con sicurezza. Figlio nel linguaggio biblico non indica il discendente, ma è un termine tecnico e significa colui che prolunga l’azione del padre, che fa ciò che il padre ha fatto, che si comporta come lui si è comportato.

Gesù intende prendere le distanze dalle attese di Israele, il Messia non sarà come Davide, non sarà un re guerriero e liberatore, che ricostituisca il regno di Israele. Oppure sì, sarà figlio di Davide, in un altro senso, rivelando come Dio fa ricominciare la storia, i criteri nuovi di un profeta, che prende un ragazzino dietro le pecore e lo unge re. Così sarà per il figlio di Maria, disarmato amore, crocifisso amore, indissolubile amore.

Ma la domanda rimbalza anche fino a me: che cosa pensi io del Cristo? Un Dio dal grande potere o dal grande cuore? E a questi interrogativi segue, in corrispondenza, anche una immagine di Chiesa a cui faccio riferimento. Cerco una comunità capace di potenza e di forza, di ruoli prestigiosi, oppure una comunità dal grande cuore, accogliente, misericordiosa, libera e in cammino?
Una comunità di gente che guarda l’apparenza o che vede il cuore?

p. Luca

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