Racconto per i più piccoli

Scritto da p. Luca per i bambini ma anche per gli adulti

Il Natale di Giacomino…

Quel sabato di inizio dicembre si sentì la voce grossa di papà Giorgio che dalla soffitta gridava a sua moglie, mamma Franca: dove hai messo l’albero l’anno scorso, non lo trovo? Qui c’è una gran confusione. Mamma Franca rispose: sei sempre il solito esagerato. Dov’è l’albero? Dove lo mettiamo ogni anno da 10 anni: dietro la colonna al centro della soffitta, nella sua scatola.

Ad un certo punto la voce tonante di papà Giorgio divenne dolce e rilassata: eccolo l’ho trovato, scusami cara.

Con fatica portò l’albero in salotto e dopo averlo sistemato nel vaso di coccio, ricordo della bisnonna Natalina, chiamò il piccolo Giacomino per addobbarlo: Giacomino vieni che addobbiamo l’albero… Tutto felice, corse in salotto per aiutare papà che nel frattempo aveva già iniziato a mettere le luci. Giacomino, con l’innocenza e la trasparenza dei bambini, disse a papà Giorgio: papà perché quest’anno l’albero invece di metterlo in salotto non lo mettiamo sul terrazzo, così con le sue piccole luci illuminerà la notte di Natale, e quando arriverà Gesù troverà subito la strada di casa nostra? No Giacomino, disse papà Giorgio, le luci sono solo per interno e non per esterno, e poi l’albero l’abbiamo sempre messo qui, perché cambiare, poi chi la sente la mamma se cambiamo posto.

Giacomino accettò la decisione di papà Giorgio. E l’albero venne proprio bene, tante luci e tante palline colorate, proprio un bell’albero, ma Giacomino continuava ad immaginarlo sul terrazzo per fare luce a Gesù.

Il sabato successivo, si sentì di nuovo la voce tonante di papà dal soffitto che gridava a mamma Franca: dove hai messo lo scatolone con le statuine del presepio? Mamma Franca, quasi sbuffando rispose: dove l’abbiamo sempre messo: nell’armadio della nonna, nello scatolone in basso chiuso con un grosso nastro di stoffa rosso.

Ah eccolo, disse papà Giorgio, e mamma Franca commentò sottovoce: ti pareva, se non ci fossi io qui… Mah.

Intanto Giacomino aveva già pensato, con lo stesso entusiasmo per l’albero che voleva sul terrazzo, di fare il presepio all’ingresso della casa, così chiunque fosse venuto a trovarlo nei giorni delle feste avrebbe ricevuto subito il benvenuto del piccolo Gesù che con le sue braccine protese in avanti avrebbe dato un abbraccio carico di tenerezza e di bontà a tutti.

Nel frattempo papà Giorgio era arrivato in salotto con il grosso scatolone chiuso con il nastro di stoffa rosso. Giacomino, che non stava più nella pelle, disse: papà quest’anno facciamo il presepio all’ingresso di casa? Sarebbe un bel benvenuto per tutti quelli che verranno a trovarci.

Mamma Franca sentì la proposta di Giacomino e dalla cucina a voce alta, ma solo per farsi sentire, disse: non se ne parla, l’abbiamo sempre fatto nell’angolo vicino al camino e, anche quest’anno, si farà ancora lì. Giacomino cercò di replicare, dicendo: ma dai mamma pensa che bello entrare in casa ed essere accolti da Gesù con la Madonnina e san Giuseppe, e poi tutti i pastori, e le pecorelle… Aria di festa e di gioia.

Un silenzio profondo decretò che il presepio si sarebbe fatto al solito posto, nell’angolo del salotto vicino al camino: capitolo chiuso. Nei giorni seguenti Giacomino non era più lo stesso, sempre un po’ triste e silenzioso, poco disponibile a parlare e anche a scuola la maestra disse ai genitori che Giacomino era più taciturno e meno entusiasta del solito.

La Domenica, dopo essere rientrati a casa da Messa, papà Giorgio e mamma Franca cercarono di capire cosa avesse il loro piccolo Giacomino, lui raccontò della sua richiesta dell’albero e del presepio, e che la loro risposta era sempre stata la stessa: l’abbiamo sempre fatto lì e lì si farà anche quest’anno, come se il Natale fosse sempre lo stesso, qualcosa che semplicemente si ripete.

Ma Giacomino pensava tra sé: no il Natale non può essere sempre lo stesso, perché cresce insieme a noi, e noi non siamo sempre uguali. Dio non si ripete, è sempre novità, bellezza, festa.

Ma nonostante lui avesse motivato il perché di fare l’albero sul terrazzo e il presepio all’ingresso di casa, per accogliere Gesù, e sentirsi accolti da Lui, questo non era accaduto, e aveva reso triste il piccolo Giacomino.

Papà e mamma rimasero in silenzio, colpiti dalle parole sagge e di fede semplice che il loro piccolo Giacomino aveva detto loro. La giornata continuò nella normalità. La sera Giacomino andò a dormire e dopo avere ricevuto il bacio di papà e mamma e avere pregato insieme, disse loro: vi voglio bene, e si addormentò.

Il mattino seguente mentre andava in cucina per la colazione si accorse che l’albero era sul terrazzo e il presepio all’ingresso di casa. Subito corse da mamma e papà e disse loro: grazie, grazie, vi voglio bene. Così sarà un Natale diverso, non il Natale del “si è sempre fatto così”, ma il Natale del “si può cambiare”.

Papà Giorgio e mamma Franca dissero al loro Giacomino: abbiamo pensato a quanto ci hai detto l’altro giorno e abbiamo capito che il Natale è una gioia che si rinnova e non semplicemente che si ripete. E tu così piccolo, ci hai dimostrato di essere grande nel cuore e sincero nei sentimenti. Grazie Giacomino.

E quel giorno fu un bel giorno che anticipava un bel Natale.

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