La domanda dei discepoli provoca l’insegnamento di Gesù. I discepoli vogliono sapere chi è il più grande nel Regno dei cieli.

E Gesù risponde dando un criterio di fondo, dicendo che la vera grandezza è sapere essere piccoli; che la vera grandezza, anche di chi è grande agli occhi del mondo, è fare qualcosa di piccolo con i piccoli; per non dimenticare le nostre origini, per non permettere alla superbia e alla vanagloria di avere il sopravvento…

A volte si diventa grandi dimenticando o escludendo dalla nostra vita chi ci ha spronato, consigliato, sostenuto. Quello che siamo ha Dio come origine e fondamento, e quello che facciamo non riusciremmo mai a farlo senza l’aiuto degli altri. In un altro contesto Gesù chiede: chi è il più grande colui che sta seduto a tavola o colui che serve a tavola? La vera grandezza sta nell’umiltà di riconoscere che non siamo onnipotenti… e che servire e non solo essere serviti qualche volta ci fa crescere in umanità, dilata il nostro cuore, fa cadere dai nostri occhi le squame dell’indifferenza e della gratuita arroganza… In altre parole Gesù ci invita a coltivare uno spirito di servizio, di dono, di perdono, di riconciliazione e di amore gratuito, senza cercare solo il proprio interesse e la propria promozione. Essere come i bambini significa non perdere mai lo spontaneo desiderio della pura gratuità dell’amore di Dio… Più cuore e meno testa a volte… Più vangelo e meno chiacchere a volte… Più verità che fa crescere e meno bugie che disorientano a volte…

p.Luca