28 luglio 2019
Settima Domenica dopo Pentecoste
Il Vangelo riporta la parte conclusiva del discorso “del pane della vita” che occupa l’intero sesto capitolo del Vangelo secondo Giovanni. In particolare i primi versetti ascoltati oggi, frammentati da alcune osservazioni dell’Evangelista, riportano le parole di Gesù, mentre i seguenti riferiscono la decisione di Pietro e dei dodici di continuare a seguirlo.
Ambientato nella sinagoga di Cafarnao l’impegnativo discorso di Gesù che si presenta come “pane disceso dal cielo” trova resistenza negli ascoltatori, ma in qualche modo anche nella stessa cerchia dei suoi “discepoli”.
“Volete andarvene anche voi?” Si sono sentiti dire i suoi amici. Noi possiamo porci l’interrogativo in modo diverso: “Perché rimaniamo?” Proviamoci a spiegare a Gesù, chiarire a noi stessi, le ragioni del nostro “rimanere”, ossia le motivazioni fondanti e fondamentali della nostra fede.
Alla domanda di Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi», risponde, a nome di tutti, Pietro professando la fede in lui: «tu solo hai parole di vita eterna», e la conseguente scelta di continuare a seguirlo e a stare con lui. E io e noi? Cosa rispondiamo?
p. Luca
Per attualizzare il Vangelo di oggi…
Abbiamo creduto al denaro, Signore,
e siamo sempre affamati.
Abbiamo creduto alla potenza
e siamo divenuti sempre più fragili.
Abbiamo creduto all’effimero
e siamo rimasti con in mano il vento.
Abbiamo creduto alle macchine
e ci stiamo dimenticando che abbiamo un cuore.
Abbiamo creduto ai paradisi artificiali
e ci stiamo suicidando dipendenze negative.
Abbiamo creduto di fare a meno delle tue leggi
e stiamo camminando nel buio delle nostre paure e dubbi.
Abbiamo raffinatamente igienizzato le case
ed abbiamo insudiciato il cielo.
Abbiamo tutto,
ma ci accorgiamo di essere ridotti alla nudità.
Signore, vieni incontro a noi
perché il nostro cuore resterà inquieto
fino a che non ritrova te.
Tu solo sei pane che placa i nostri desideri,
tu solo sei la sorgente d’acqua viva
che soddisfa la nostra sete d’infinito.
Amen.