9 Luglio2023
SESTA DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Mosè e Gesù, l’antica e la nuova alleanza, la Legge e le Beatitudini, il popolo di Israele e la Chiesa…
Mosè deve battagliare con un popolo dalla dura cervice, dal cuore indurito, che facilmente si demoralizza e rimpiange il passato di schiavitù, e non sa cogliere la benedizione del futuro che lo attende… Un popolo che ha trasgredito, che ha tradito, che ha peccato… Ma Dio è lento all’ira e ricco di amore e dice a Mosè di riferire al popolo che Lui stabilirà un’alleanza che nessuno potrà mettere in discussione e indebolire, perché sarà un’alleanza non frutto di compromessi ma di amore e inciderà sulla pietra questa alleanza perché niente e nessuno nel tempo la possa cancellare o modificare… e così nel corso del tempo si possa vedere l’opera del Signore.
Gesù è il nuovo Mosè che si pone non in contrasto con chi e con cosa è stato prima di Lui, ma si pone in docile continuità e porta a compimento il disegno di Dio che vuole legare a sé per sempre il suo popolo indicando la via della beatitudine come via della vera felicità, anche se a volte si scontra con lo stile del mondo.
Mosè e Gesù, così lontani nel tempo, uno agli inizi della storia della salvezza e l’altro al compimento della storia della salvezza, ma anche così vicini nello stile, nell’identità e nell’agire. Due persone forti d’animo, che non indietreggiano di fronte alle difficoltà perché costantemente in contatto con Dio, la sola vera forza. Li accomuna l’obbedienza a Dio in un contesto umano non facile: di ribellione, lamentela e rivendicazione: quello di Mosè; e di sospetto, giudizio e condanna: quello di Gesù. Entrambi però non si tirano indietro, non si lasciano intimidire o demotivare dalle azioni o reazioni negative del popolo, ma anzi vanno avanti con l’entusiasmo e la fedeltà di chi sente la presenza di Dio e si sente sorretto dal suo amore.
p.Luca