23  febbraio 2020
Ultima Domenica dopo l’Epifania

Del “perdono”…

Quando si smette di amare si fa fatica a cambiare… La storia di questo Padre e dei suoi due figli ha qualcosa da dire a ciascuno di noi. Dobbiamo arrivare a credere che cambiare è possibile, che c’è sempre una possibilità in più, che si può sempre tornare a casa. Spesso, invece, ci limitiamo a pensare e a dire che bisognerebbe cambiare ma poi non facciamo nulla o poco, a volte nemmeno quel piccolo passo per dare al Signore la possibilità di venirci incontro ed abbracciarci, per riportarci nella piena intimità e comunione con Lui. Dio nostro padre non aspetta altro: venirci incontro, amare la nostra umanità e correggerla con il balsamo del perdono e della comprensione.

Se viviamo la gratitudine per ciò che ci è stato dato abbondantemente al di sopra dei nostri meriti, allora sapremo amare senza misure, nella gratuità. Saremo i figli maggiori, coinvolti con il Padre nella gioia del ritorno dei figli lontani. Se guardiamo i fratelli minori non con l’occhio superbo e intollerante del “giusto”, ma con l’occhio buono e accogliente di Dio forse, con il tempo, anche i fratelli perduti rinsaviranno. Amiamo anche i fratelli scapestrati, perché Dio fa così e noi vogliamo essergli figli! È un serio banco di prova la virtù della misericordia per noi cristiani.

Entrare nello stile di un Dio, che è sempre pronto a riabilitare le persone, recuperando anche il più piccolo germe di bene che c’è in ognuno, è la sfida che ci attende tutti.

p. Luca

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