14  luglio 2019
Quinta Domenica dopo Pentecoste

La porta stretta…

La porta stretta di cui parla Gesù non è stretta solo in senso materiale, ma è stretta per le esigenze e per la responsabilità e coerenza che chiede il Vangelo quando viene accolto per essere ascoltato e incarnato/vissuto nella vita.

Sono le esigenze della pace, dell’amore per il nemico, della risposta del perdono all’offesa, della predilezione per gli esclusi, della preoccupazione per i più piccoli, dell’umiltà di sapersi fare piccoli per comprendere la grandezza di Dio, e così via.

Gesù, con le sue parole e con la sua vita, è la porta attraverso la quale gli ebrei possono ritornare a Dio; ed egli è anche la porta che permette ai pagani di appartenere ad Israele. Cristo è anche l’autore della nostra salvezza, la nostra porta.

Se Gesù dice “sforzatevi di entrare per la porta stretta” ciò significa che la salvezza è effettivamente possibile, anche per noi, ma richiede da noi un impegno personale efficace. Guai a chi si ritiene ormai escluso dalla salvezza e smette di credere nella redenzione; ma guai anche ai presuntuosi che credono di essere già salvati senza il minimo impegno e la minima volontà.

p. Luca

Copertina lettera pastoraleLa nuova Lettera Pastorale
dell’Arcivescovo Mario

In coerenza con le Lettere precedenti, la Proposta pastorale 2019-2020 è legata all’idea della Chiesa come «un popolo in cammino che coglie ogni situazione come occasione». Su tutto la necessità «che il Vangelo risuoni ancora come una parola amica e provvidenziale» e un richiamo alla Dottrina sociale: «Occorre riappropriarsene, perché ci sono interrogativi a cui un credente non può non rispondere».

«LA SITUAZIONE È OCCASIONE».

La proposta pastorale dell’Arcivescovo Mario rivolta ai fedeli dell’Arcidiocesi per l’anno 2019-2020 è diversa dalle consuete Lettere pastorali: il perché di questa scelta lo spiega lo stesso Arcivescovo:

Il motivo è l’intuizione, che peraltro è iscritta da sempre nella vita della Chiesa, che il vero percorso pastorale sia quello segnato dai tempi liturgici e che, quindi, è più opportuno interpretare ciò che ogni tempo ci suggerisce, rispetto al sovrapporre una tematica complessiva che copra tutto l’anno. Questo è proprio il senso del kairòs, dell’occasione e, cioè, che ogni situazione, di per sé, possa essere un’occasione. Occasione perché lo Spirito di Dio opera nella vicenda umana risvegliando il desiderio della salvezza, l’intraprendenza per costruire il bene e il rammarico per il male. È lo Spirito che trasfigura una situazione – da qualcosa di determinato, di condizionante e da subire – in occasione, ossia in un contesto nel quale la libertà può esprimersi, l’amore può essere fecondo, la cura per il Vangelo può trasformarsi in iniziativa, in proposta, in annuncio.

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