28 Luglio 2024

DECIMA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Dio abita in mezzo a noi, anzi Dio è uno di noi. Oggi ci viene ricordato, dal Primo libro dei Re, che Dio era nella nube che accompagnava l’arca dell’alleanza antica fino al Tempio che Salomone aveva costruito a Gerusalemme per Dio; la nube era circondata da grande venerazione e rispetto perché lì c’era Dio…  San Paolo scrivendo ai Corinzi ci ha detto che Dio vuole abitare in un Tempio che non è materiale, ma in un Tempio vivo che è il nostro corpo, la nostra vita, la nostra storia, per questo siamo invitati a non favorire dualismi e servilismi: tutti con Dio e solo per Dio; un Dio che non cerca sensazionalismi, ma che vuole vivere con noi forti emozioni nate da sentimenti sinceri e puri. Ecco perché la nostra vita deve essere sempre il luogo dell’onestà e della verità di quello che siamo davanti a noi stessi, a Dio e agli altri. Nel Vangelo Gesù ci fa compiere un altro passo, ci chiede di non mescolare o confondere i sentimenti con le cose, o peggio a fare prevalere le cose sui sentimenti. Gesù entra nel Tempio ed esterna la sua rabbia, che è delusione, amarezza, nel vedere in che cosa si è trasformato il tempio… da luogo di preghiera, di incontro e di intima comunione con Dio, a luogo di mercato…

Il silenzio della preghiera è stato sostituito dal chiasso delle grida dei mediatori e venditori; dalla preoccupazione per lo Spirito interiore e l’anima, si è passati alla cura di interessi solo umani; dal desiderio di Dio, cercato con l’ansia del cuore, all’accontentarsi di un Dio la cui memoria è stanca o abituata.

p.Luca

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